La grande cèlia
- erbefiori
- 24 lug 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 11 ago 2024
Due ragazzi non del tutto umani, frutto di un incrocio operato da uno scienziato tra comosomi umani e cromosomi di mandragora, di intelligenza superiore, di sviluppo psicofisico precoce, di astuzia fine e di moralità dubbia, abilmente intrigano l'intelletto umano, infrangono le certezze, burlano il mondo intero.

Tu che mi leggi,
gentile Lettore, presta attenzione, prima di sfogliare le pagine della Novella, alle notizie storiche sul ruolo della mandragora nei secoli. Per me non è facile divulgare la storia, che storica non sono di professione. Sono una semplice cultrice della Scientia Herbarum e in particolare della Materia medica di Dioscoride. Ti propongo la lettura di queste pagine per meglio entrare nello spirito della Novella. Mi auguro di non tediarti, se così fosse, ti prego, di perdonarmi.
Gentile Lettore devi sapere che la mandragora è una pianta eccezionale. La forma della radice la fa essere maschio o femmina. Pitagora [Pietro Andrea Mattioli, I discorsi ne i sei libri della Materia Medicinale di Pedacio Dioscoride Anazarbeo, Venezia, 1557] chiamò la mandragora anthropomorphos, ciò è forma d’huomo...si ritrova la mandragora havere la radice biforcata, simile alle gambe dell’uomo e cavandosi quando ha il suo frutto, il quale è simile a un pomo attacato per breve picciolo tra le frondi in su la sommità della radice, si rassembra veramente alla forma d’un huomo senza braccia.
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Gentile Lettore questa pianta, a tutto il 1500, è stata di grande interesse per scrittori, poeti, rizotomi, medici, speziali, alchimisti e operatori della magia, esoterismo ed occultismo. Si differenzia da tutte le altre piante per la sua aura di apprensione, di mistero, di inquietitudine e di spavento, che le aleggiano tutt’attorno. Nell’immaginario dotto e popolare è una creatura terribile e demoniaca che suscita leggende agghiaccianti, superstizioni, credenze, ipotesi, ubbìe.
Da un lato è una pianta preziosa, talismanica, apportatrice di fortuna, ricca di virtù terapeutiche, suscitatrice di amore e di fecondità, consolatrice del mal d’amore, indicatrice, mediante sogni e visioni, dei luoghi dove giacciono i tesori e le grandi ricchezze, dall’altro è una creatura terribile, demoniaca, da avvicinare con cautela, capace di provocare ogni danno, di trasformarsi, di operare incantesimi e persino di cagionare la morte istantanea. L’aura di apprensione e di mistero vuole che la Mandragora nasca dal sangue dei decapitati e degli squartati o dallo sperma e dall’urina degli impiccati emessi nell’ultimo spasmo dell’agonia. Si coglie di notte all’ombra dei patiboli.
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Gentile Lettore la mandragora è un mostriciattolo [Gabriella Belloni, I cerchi della mandragora, KOS, n.16, agosto-settembre, 1985] di fattezze umane serrato dentro la terra, radice dalle leggendarie proprietà esorcistiche e afrodisiache, la mandragora si supponeva crescere all’ombra dei patiboli, emanare miasmi pestilenziali e fulminare l’incauto raccoglitore con la sua nefanda energia, facendo impazzire gli astanti con laceranti strepiti.
La mandragora per la sua forma [Giuseppe Penso, Les plantes médicinales dans l’Art et l’Histoire, Les Éditions Roger Dacosta, Paris, 1986] strana che evoca un corpo umano, ha in tutti i tempi infiammato l’immaginazione popolare e quella dei medici che, nei loro codici, rappresentavano sempre la mandragora antropofizzata con una testa di uomo o di donna ...

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